Vittorio Borghesi

Vittorio Borghesi, nato il 28 settembre 1921 a Colonnata di Mercato Saraceno, è una delle figure più amate e riconosciute del liscio romagnolo. Figlio di contadini, cresce in un ambiente semplice ma ricco di passione musicale: il padre Ernesto suonava fisarmonica e clarinetto e fu lui a trasmettergli, fin da bambino, quell’amore per le note che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. A soli nove anni Vittorio padroneggiava già la fisarmonica con naturalezza, come se fosse un’estensione delle sue mani.

Negli anni Trenta la famiglia si trasferì in Francia, dove il giovane Borghesi ebbe modo di confrontarsi con nuove sonorità e maturare un’abilità sempre più raffinata. Rientrato in Italia nel 1938, iniziò a suonare nelle prime orchestre locali, arrivando anche a collaborare con Secondo Casadei, il “re del liscio”, con cui incise i primi brani già nel 1939.

La guerra interruppe bruscamente il percorso artistico. Chiamato alle armi nel 1941, guidò la banda musicale del suo reggimento e, dopo l’8 settembre 1943, fu fatto prigioniero. Anche in un campo di detenzione in Algeria riuscì a organizzare un’orchestra, trasformando la musica in un rifugio e in una fonte di speranza per sé e per gli altri.

Terminato il conflitto, Borghesi riprese la carriera con entusiasmo. Fondò il quartetto “Armony”, entrò nell’orchestra di Cinico Angelini, aprì una scuola di fisarmonica in Francia e divenne membro della Società Autori Francesi. Nel 1952 tornò a suonare con l’Orchestra Casadei, ma la sua vocazione da leader lo spinse, nel 1973, a creare il “Gruppo Orchestre Borghesi”, dal quale nacquero formazioni parallele come il “Gruppo 2 Borghesi” e i “Cadetti di Borghesi”.

La sua popolarità crebbe grazie anche alla televisione: partecipò a “Un disco per l’estate” nel 1975 e apparve in vari programmi nazionali. Nel 1981 ricevette il premio “Pro Cesena per la musica”, un riconoscimento al suo talento e al suo impegno artistico.

Scomparso a Bologna il 26 marzo 1982, Borghesi ha lasciato un’eredità preziosa. La sua discografia comprende numerosi LP, da Cuore romagnolo a Emilia Romagnola, da Fuori porta a Nozze d’oro. È ricordato come “il Paganini della fisarmonica” per la sua tecnica impeccabile e per la capacità di trasformare uno strumento popolare in un mezzo di pura espressione.

Oggi il suo nome vive nei monumenti a lui dedicati, nelle strade intitolate, nel “Trofeo Borghesi” di ballo liscio e nei cuori di chi ancora si emoziona ascoltando le sue melodie. Una vita segnata dalla musica, dall’amore per la propria terra e dalla volontà di far ballare e sorridere intere generazioni.