Libero Tosoni

Battista Tosoni, meglio conosciuto come Libero Tosoni è nato a Roma il 29 giugno 1918, è stato un chitarrista e compositore dal percorso artistico fuori dagli schemi, capace di muoversi con disinvoltura tra il jazz, la musica leggera e la sperimentazione più raffinata.

La sua carriera inizia negli anni del dopoguerra, quando la capitale era un crocevia di orchestre, locali notturni e programmi radiofonici. Tosoni entra a far parte della vivace scena jazz romana, suonando con musicisti come Armando Trovajoli, Luciano Cecconi e Mario Ammonini. Insieme danno vita a formazioni come “Il Club del Ritmo”, che porta swing e ritmi moderni nei locali più frequentati di Roma, diventando anche protagonista di trasmissioni radiofoniche molto seguite.

Col passare degli anni, Tosoni sente l’esigenza di esprimere una musica più personale e si avvicina al mondo della cosiddetta library music, un genere pensato per colonne sonore, documentari e programmi televisivi. Questo gli permette di sperimentare, creando atmosfere musicali di ogni tipo: leggere e solari, intime e malinconiche, talvolta visionarie.

La sua discografia è un viaggio variegato: da Mille suoni di cento chitarre (1969), in cui esplora le possibilità timbriche dello strumento, a Musica per le vacanze (1970), colonna sonora ideale di paesaggi e momenti spensierati. Seguono Le chitarre di Libero Tosoni (1971), dal gusto più melodico, With Compliments (1973) e Flash (1974), lavori in cui mescola melodia italiana e tocchi di avanguardia. Nelle sequenze musicali del Monoscopio a colori troviamo molti suoi brani tratti dal disco UST 176 – Ballabili Vari per orchestra, su etichetta Fonit Cetra Ed.Usignolo

Tosoni non è mai stato un artista da primo piano mediatico: il suo talento si è espresso più nella sostanza che nella vetrina, lasciando un’eredità apprezzata da chi ama scoprire le perle nascoste della musica italiana. Le sue composizioni, spesso strumentali, hanno un fascino senza tempo e testimoniano la versatilità di un musicista che ha saputo passare dal palco di un’orchestra swing agli studi di registrazione più sperimentali, sempre con la chitarra come compagna fedele.