Tritons

I Tritons sono stati un episodio curioso e un po’ atipico nella storia della musica italiana degli anni Settanta. Nati quasi per gioco da alcuni membri dei New Trolls – in quel periodo una delle band più seguite e rispettate del panorama rock – i Tritons prendono forma durante una pausa dalle registrazioni ufficiali. Nico Di Palo, Frank Laugelli, Maurizio Salvi e Gianni Belleno decidono di registrare una versione divertita e scanzonata di Satisfaction dei Rolling Stones, senza troppe pretese. Nessuno di loro immagina che quel singolo, pubblicato nel 1973, sarebbe diventato un piccolo caso discografico, arrivando a farsi notare anche all’estero.

Dopo l’uscita di Belleno, alla batteria subentra l’inglese Ric Parnell, già negli Atomic Rooster, portando un tocco internazionale alla formazione. Nel frattempo, l’etichetta Fonit Cetra, fiutando l’occasione, pubblica un LP intitolato Country Rock Live by Tritons. In realtà, dietro quel disco non ci sono i veri Tritons, ma la Roy Young Band, una formazione inglese, le cui registrazioni vengono vendute in Italia come se fossero della band di Di Palo e soci: un’operazione di marketing discutibile ma non rara in quegli anni.

Il progetto Tritons, di fatto, non nasce per essere una vera e propria band con una lunga carriera, ma rimane legato a quell’hit imprevista e a poche altre uscite. Gianni Belleno, con lo pseudonimo di “Johnny dei Tritons”, pubblica un album che riprende Satisfaction insieme ad altri brani da ballare, cercando di dare un seguito al nome.

Oggi i Tritons restano nella memoria come una scheggia impazzita della scena musicale italiana: un progetto nato senza calcoli, che per un attimo ha unito il talento di musicisti di primo piano a un’operazione leggera e immediata, lasciando dietro di sé una canzone trascinante e qualche retroscena gustoso di discografia d’altri tempi.
Nei monoscopi ci resta la sola “Drifter”