il Guardiano del Faro

Il Guardiano del Faro è lo pseudonimo artistico di Federico Monti Arduini, compositore, produttore e tra i primi musicisti italiani a esplorare le potenzialità del sintetizzatore Moog. La sua figura si colloca in una zona affascinante della musica italiana: a metà strada tra la melodia popolare e la sperimentazione elettronica, con un tocco sognante che ha reso le sue opere immediatamente riconoscibili.

Tra i suoi lavori più noti c’è Oasis (1978, Fonit Cetra), considerato un piccolo classico della musica elettronica italiana. L’album è un viaggio sonoro dominato da sintetizzatori analogici, in cui atmosfere ambient e melodie ariose si intrecciano con tocchi disco e richiami cinematografici. Brani come Disco Divina, Oasis e Immenso Mare Immenso Amore trasportano l’ascoltatore in paesaggi sospesi, che possono evocare tanto l’immensità del mare quanto l’orizzonte di un deserto.

Ma la carriera di Monti Arduini non si limita a questo capitolo. Già nei primi anni Settanta aveva colto il successo con Il gabbiano infelice (1972) e con l’album Eterno, dove combinava organo e tastiere elettroniche con arrangiamenti melodici di grande fascino. Negli anni successivi pubblica una lunga serie di lavori in cui alterna atmosfere da “colonna sonora immaginaria” a momenti più ritmati: Luci e Ombre (1984), Notte di Stelle (1986), Atlantide (1987) e molti altri.

Il filo conduttore è sempre lo stesso: un gusto per la melodia semplice ma evocativa, arricchita da arrangiamenti curati e dalla ricerca timbrica che solo i sintetizzatori dell’epoca sapevano offrire. Anche quando la sua musica si rivolge a un pubblico più ampio, come nel caso dei brani di sapore romantico o delle incursioni nella musica leggera, resta intatto quel carattere visionario che contraddistingue Il Guardiano del Faro.

Con una produzione vastissima, che tocca decine di album e compilation, Monti Arduini è diventato negli anni una figura di culto, soprattutto per chi ama la combinazione di elettronica vintage e melodia italiana. Ancora oggi, i suoi lavori più ispirati riescono a trasportare l’ascoltatore in un mondo parallelo fatto di paesaggi sonori limpidi, quasi acquerellati, in cui la tecnologia diventa veicolo di poesia.