Vittorio Nadalin

Di Vittorio Nadalin non sappiamo molto, pur intercettandolo all’interno dei cataloghi della library italiana, eppure una sua impronta è rimasta impressa per sempre nella memoria sonora della RAI. È uno di quegli autori “che lavoravano nell’ombra” producendo musiche per uso televisivo senza pensare al pubblico, ma solo a un bisogno pratico: riempire tempi, immagini e silenzi.

Il suo contributo più importante si concentra in un LP promo della serie Cetra Commenti Musicali. Il disco porta un titolo essenziale, Jazz, ma in realtà raccoglie un ventaglii di stili: dal beat elegante al funk leggero, fino a certi echi di psichedelia discreta. Era musica scritta per accompagnare, per colorare senza invadere, ed è proprio questa la cifra che l’ha resa perfetta per il monoscopio.

Tra le varie tracce di quell’album, due hanno fatto strada più delle altre: “Su e Giù” e “Movimento”. Sono proprio loro a essere state riconosciute nelle sequenze del Monoscopio RAI degli anni Ottanta, e ancora oggi riemergono nelle raccolte e nei restauri diffusi dagli appassionati. “Su e Giù” ha un andamento vivace, quasi giocoso, che smuove la staticità del cartello; “Movimento”, dal titolo già eloquente, dà corpo e respiro con il suo ritmo leggero e scattante. Due piccoli episodi musicali che, senza clamore, sono entrati nel sottofondo sonoro di un’epoca.