Guido Relly

Guido Relly è stato uno di quei cantanti e musicisti che hanno attraversato gli anni Sessanta con discrezione, senza il clamore delle grandi star, ma con la solidità di una voce pulita e di arrangiamenti curati. La sua attività lo portò spesso a interpretare brani già noti al grande pubblico, affidandosi a orchestre e registrazioni che la RAI utilizzava sia nei programmi sia nei propri archivi sonori.

Tra queste interpretazioni c’era anche “E se domani”, celebre canzone portata al successo da Mina. La versione di Relly, meno conosciuta ma altrettanto ben costruita, venne scelta dalla RAI come una delle musiche da far scorrere sotto il monoscopio in bianco e nero. Non era un uso eccezionale o sorprendente: era piuttosto la prassi del tempo, quando la televisione attingeva a registrazioni diverse, anche di interpreti meno in vista, per riempire le lunghe ore di attesa tecnica.

Così capitava che, davanti a un cartello geometrico e immobile, nelle case degli italiani risuonasse proprio quella versione di E se domani. Non come un grande evento, ma come parte di un repertorio quotidiano che la televisione diffondeva senza distinzioni tra protagonisti e comprimari. Eppure, proprio per questo, oggi quella presenza è un ricordo vivo: la voce di Relly ha lasciato la sua traccia, non nelle classifiche, ma nel sottofondo più silenzioso e inaspettato della TV di quegli anni.