Tra le realtà più particolari del panorama prog italiano c’è Nuccio Nicosia e l’Industria Musicale, un progetto che nacque nei primi anni Settanta dall’intuizione del chitarrista Nuccio Nicosia. La band si distingueva per una formazione inusuale: da un semplice quartetto si trasformò presto in un vero e proprio ensemble allargato, con sezione fiati e fino a dodici musicisti sul palco.
Il loro linguaggio era pienamente inserito nel rock progressivo italiano, ma con un tratto distintivo: gli arrangiamenti orchestrali e il gusto per le atmosfere teatrali. Non stupisce quindi che uno dei loro brani più noti, “Giochi d’orchestra” (1976), sia stato utilizzato persino come sottofondo nei monoscopi televisivi della RAI, entrando così di nascosto nelle case di milioni di italiani in un contesto insolito.
Accanto a questo pezzo, l’album “Una favola vera” (1973) resta un’altra testimonianza significativa della loro ricerca musicale, sospesa tra sperimentazione e raffinatezza melodica.
Pur non avendo raggiunto il successo di massa, Nicosia e i suoi seppero ritagliarsi un posto originale nella storia del prog italiano: una band piemontese capace di fondere rock, orchestra e spirito narrativo, lasciando un segno silenzioso ma indelebile persino nel mondo televisivo.