Alberto Baldan Bembo è una figura che appartiene a quella fascia di musicisti italiani capaci di muoversi tra mondi diversi: il jazz, la canzone leggera, la musica da film e quella “da servizio”, pensata per le immagini. Fratello maggiore di Dario, era un pianista, organista e vibrafonista di grande sensibilità, che negli anni Sessanta e Settanta seppe creare spazi sonori delicati e raffinatissimi.
Fra i suoi lavori, uno in particolare ha lasciato un segno speciale: “Io e Mara”, pubblicato nel 1969. Non è un disco qualunque, ma un vero concept, una piccola storia d’amore raccontata attraverso le ore di un fine settimana, da sabato pomeriggio alla notte fonda della domenica. Ogni brano porta un titolo che è un orario, e la musica segue lo scorrere del tempo: ci sono atmosfere leggere, momenti di intimità, passaggi sensuali e altri di malinconica sospensione. È un disco che suona come un diario sentimentale, ma allo stesso tempo possiede quella qualità cinematografica che lo rendeva perfetto per altri usi.
Non è un caso, infatti, che proprio da Io e Mara siano stati tratti diversi brani utilizzati nei monoscopi a colori della RAI. Quelle melodie soffuse, fatte di bossa nova rarefatta, di organo caldo, di piccoli effetti ambientali (onde, pioggia, rumori naturali), riuscivano ad accompagnare un’immagine ferma trasformandola in una piccola scena interiore. Lo schermo, apparentemente immobile, prendeva vita grazie a quelle musiche: diventava un paesaggio emotivo.
Ricordiamo anche che un altro dei suoi percorsi musicali è a fianco di Arienti nella Dindi Bembo Orchestra ed anche di questa formazione esistono brani nel monoscopio rai
In questo senso Baldan Bembo fu un autentico artigiano del suono: senza cercare la ribalta delle classifiche, costruì atmosfere che sono entrate, quasi di nascosto, nella memoria collettiva di chi accendeva la TV nelle ore notturne o nei momenti di pausa delle trasmissioni. La sua musica, funzionale e poetica allo stesso tempo, sapeva dare dignità a un semplice monoscopio, trasformando il silenzio tecnico della televisione in un’esperienza sensoriale.