Armando Sciascia è una delle figure più intriganti e sfaccettate della musica italiana del Novecento. Nato a Lanciano nel 1920, violinista di formazione, fu direttore d’orchestra, compositore, talent scout e soprattutto editore discografico: a lui si deve la fondazione della Vedette Records, un laboratorio musicale che dagli anni ’60 in avanti divenne un vero crocevia di esperimenti sonori, colonne sonore, pop e library music. Proprio in quella veste di produttore e direttore artistico, Sciascia contribuì a lanciare o sostenere la carriera di tanti artisti italiani, da gruppi beat fino a compositori più sofisticati, e creò un catalogo di musiche strumentali che ancora oggi è ricercatissimo.
Il suo lato compositivo era altrettanto ricco: Sciascia firmò decine di colonne sonore per il cinema italiano, spaziando dal melodramma al poliziesco, e sviluppò una scrittura orchestrale elegante, capace di muoversi tra atmosfere romantiche e colori più moderni. Nei monoscopi RAI degli anni ’60 e ’70 la sua presenza è confermata da più di un brano, spesso tratti da quelle produzioni strumentali che portavano la sua firma diretta oppure che nascevano sotto l’egida delle sue edizioni musicali.
Tra i titoli ricordati c’è ad esempio “Festa a Pamplona”, un brano vivace e orchestrale che finì a scandire le ore delle prove tecniche, con il suo ritmo brillante e una melodia immediata. È un esempio tipico di come la musica di Sciascia, pur pensata per altri contesti, fosse perfetta per accompagnare l’immobilità del monoscopio: lineare, senza eccessivi sbalzi, ma al tempo stesso evocativa e capace di non annoiare.
Quella del monoscopio è solo una parte della sua eredità, ma dice molto sul suo ruolo: Sciascia non era soltanto un compositore “di cinema”, era un artigiano raffinato che aveva ben chiaro come la musica potesse entrare nelle pieghe della vita quotidiana, persino nei momenti apparentemente marginali come le pause televisive. Ed è per questo che oggi, accanto al ricordo delle sue colonne sonore e alla sua instancabile attività di produttore, resta vivo anche quello dei suoi brani che hanno dato un’anima sonora al silenzio tecnico della televisione italiana.
Sciascia ci ha lasciati il 23 giugno 2017, a Trumbull