Carlo Savina

Carlo Savina (Torino, 29 agosto 1919 – Roma, 23 giugno 2002) è stato uno dei più prolifici e raffinati musicisti italiani del Novecento. Compositore, arrangiatore, violinista e soprattutto direttore d’orchestra, la sua figura rappresenta uno snodo fondamentale tra la tradizione accademica e la musica applicata al cinema, alla televisione e alla library.

La sua formazione avviene al Conservatorio di Torino, dove si diploma in violino e composizione, assimilando solide basi classiche. Negli anni Quaranta inizia ad affermarsi come direttore d’orchestra in ambito radiofonico e teatrale, ma è a Roma, con il mondo di Cinecittà in piena espansione, che trova la sua vera dimensione professionale.

Fin dall’inizio degli anni Cinquanta entra a pieno titolo nell’universo della colonna sonora: lavora come autore ma anche come direttore delle musiche di altri. Questa doppia veste segnerà tutta la sua carriera. Savina è infatti ricordato tanto per le musiche firmate di suo pugno – con uno stile eclettico, capace di passare dalla commedia all’italiana al dramma storico, dal melodramma al western – quanto per l’abilità con cui ha diretto orchestre su partiture altrui, dando corpo e colore alle idee di colleghi celebri.

Tra le sue collaborazioni più note c’è quella con Nino Rota: fu proprio Savina a dirigere l’orchestra per la colonna sonora de Il Padrino (1972) di Francis Ford Coppola, contribuendo così a uno dei momenti più alti della musica da film. Savina fu spesso l’“ombra regale” dietro Rota, Trovajoli, Nascimbene, Piccioni e anche Morricone, di cui sapeva tradurre con rigore tecnico e sensibilità musicale le partiture in registrazioni perfette.

Ma accanto a questo ruolo di interprete e collaboratore, c’è il Savina compositore. Il suo nome appare su decine e decine di film, dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta: titoli come Umberto D. (1952) e La ciociara (1960) di De Sica, Le notti di Cabiria (1957) di Fellini, peplum come La vendetta di Ercole, commedie popolari e gialli italiani. La sua scrittura si distingue per il gusto melodico, la chiarezza tematica e la capacità di adattarsi a contesti molto diversi, qualità che lo rendono apprezzato da registi e produttori.

Negli anni Sessanta e Settanta, mentre esplode l’industria della musica library, Savina diventa uno dei protagonisti. I suoi brani entrano nei cataloghi CAM, Usignolo, Fonit, RCA, Edipan, Goldfinger: musica di scena pronta all’uso, pensata per documentari, varietà, programmi televisivi, ma sempre elegante, curata, mai banale. Dentro questi dischi troviamo jazz soffice, musica da ballo, sperimentazioni elettroniche, orchestrazioni sinfoniche, colonne sonore in miniatura. Non a caso molte tracce di Savina vengono scelte dalla RAI come sottofondi musicali: e proprio nelle sequenze del monoscopio i suoi temi diventano familiari a milioni di spettatori, un sottofondo quotidiano che oggi è parte della memoria collettiva.

Savina lavora anche per la televisione, firmando sigle, tappeti e colonne di sceneggiati, confermando la sua versatilità e la capacità di adattarsi ai nuovi linguaggi. Parallelamente svolge attività didattica al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, trasmettendo a nuove generazioni di musicisti il suo sapere pratico e la sua disciplina.

Il suo repertorio è enorme: oltre cento film musicati, decine di album library, collaborazioni prestigiose con i più grandi nomi della musica da film italiana. In lui convivono il compositore creativo, il direttore di grande tecnica, l’arrangiatore che sa modellare suoni per ogni contesto. Non era un artista “di facciata”, ma un vero professionista della musica, rispettato da tutti per competenza e serietà.

Carlo Savina rimane così un esempio raro di musicista capace di muoversi in più mondi con eguale successo: dal podio delle grandi orchestre al piccolo schermo televisivo, dalle musiche d’autore per De Sica e Fellini ai brani di library che hanno colorato la vita quotidiana degli italiani. Un patrimonio sterminato, che ancora oggi collezionisti e appassionati di sonorizzazioni continuano a riscoprire e valorizzare.