Giacomo Simonelli

Giacomo Simonelli è una figura particolare della musica italiana: napoletano di origine, attraversa diversi mondi (dal beat al progressive, dalla canzone melodica alla library) lasciando tracce riconoscibili sia come autore che come arrangiatore.

Dopo gli esordi negli anni Sessanta con i Dinamici, gruppo beat con cui incide diversi 45 giri, Simonelli si sposta progressivamente verso ruoli di arrangiatore e autore. Lavora con la RCA, affiancando artisti come i Rokes, i Bertas e soprattutto il Balletto di Bronzo, cui fornisce arrangiamenti e brani poi finiti anche in colonne sonore, come quella di Mario Bava (5 bambole per la luna d’agosto, 1970). Firma anche un album di Gabriella Ferri, mostrando versatilità tra mondi diversi.

Negli anni Settanta inaugura la sua carriera solista. Nel 1975 pubblica In discoteca, un album a cavallo tra canzone e progressive, mentre nel 1977 ottiene grande visibilità come autore con Monica per i Santo California, brano che arriva terzo al Festival di Sanremo. Continua a scrivere e pubblicare, muovendosi tra registri leggeri e sofisticati, fino ad arrivare a dischi come Inferno e Paradiso, dove la dimensione melodica si intreccia a spunti più moderni e di carattere.

Ed è proprio da questo album che provengono alcune tracce divenute inaspettatamente familiari al grande pubblico in un contesto insolito: le versioni strumentali di alcuni brani furono infatti scelte per le sequenze musicali del monoscopio della Terza Rete RAI. Così Simonelli, spesso confinato nei crediti dei dischi di nicchia o nelle retrovie degli arrangiamenti, entrò nelle case degli italiani in un momento di quotidiana sospensione televisiva, quando il monoscopio riempiva silenzi e attese.

La sua carriera si estende anche agli anni Ottanta, con collaborazioni curiose come il singolo inciso dal calciatore Juary (Sarà così), fino a progetti più orchestrali e polifonici in epoche successive. Simonelli resta così un artista dai molti volti: beat, progressivo, canzone popolare, melodico da Sanremo, library “utile” per la TV. E proprio questa duttilità, unita al suo essere autore di melodie immediate ma allo stesso tempo adatte a mille usi, lo ha reso una presenza discreta ma costante nella storia musicale italiana.