Gian Piero Reverberi

Gian Piero Reverberi (Genova, 29 luglio 1939) è uno dei musicisti italiani più versatili e longevi, con una carriera che lo ha visto muoversi con disinvoltura tra canzone d’autore, colonne sonore, musica televisiva e progetti orchestrali di grande respiro.

Diplomato al Conservatorio di Genova, fin da giovanissimo si lega alla scena cantautorale genovese degli anni ’60: collabora come arrangiatore e direttore d’orchestra con Luigi Tenco, Fabrizio De André, Gino Paoli, Umberto Bindi, contribuendo a definire il suono “raffinato” della scuola ligure.
Ma la sua attività non si ferma alla canzone: negli anni Settanta si dedica alla musica da film e a quella per la televisione, generi nei quali la sua scrittura elegante e orchestrale trova un terreno ideale.

In questo contesto si colloca anche la sua presenza nell’universo dei monoscopi RAI. Diversi suoi brani strumentali — soprattutto provenienti da dischi di library e dalle sue colonne sonore minori — vengono utilizzati come sottofondi nelle sequenze di attesa e nelle schermate tecniche tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80. Il suo nome, quindi, figura tra quelli che, pur avendo avuto notorietà mainstream, entrano anche nella memoria “parallela” dei monoscopi, accanto a colleghi di library pura.
La sua musica, sospesa tra classico e moderno, era perfetta per quel tipo di utilizzo: melodie limpide, arrangiamenti puliti, atmosfere né troppo invadenti né troppo banali.

Parallelamente, Reverberi porta avanti progetti che lo rendono famoso in tutta Europa: nel 1979 fonda i Rondò Veneziano, un ensemble che fonde musica barocca e arrangiamenti pop-rock con l’uso di strumenti moderni (basso elettrico, batteria, sintetizzatori). L’esperimento diventa un fenomeno discografico e televisivo internazionale negli anni ’80.
Oltre a questo, lavora con Mina, Ornella Vanoni, Lucio Battisti, e firma musiche per cinema e TV, confermando la sua duttilità.

Oggi Reverberi rimane una figura rispettata e ancora attiva, con alle spalle una carriera che attraversa più di cinque decenni. Nella memoria dei monoscopi RAI, il suo nome rappresenta uno di quei rari casi in cui un grande arrangiatore della canzone italiana si ritrova “riciclato” come colonna sonora tecnica della TV: un ponte tra la canzone d’autore, la musica orchestrale e quel mondo sospeso e quasi ipnotico delle schermate di attesa di inizio trasmissioni