Mario Piovano

Mario Piovano, nato a Cambiano nel 1927, è stato uno dei nomi più apprezzati della musica popolare italiana, capace di muoversi con naturalezza tra il liscio, la canzone regionale e la musica leggera. Figlio di Giuliano Piovano, storico sindaco del paese, fin da giovane si avvicinò alla fisarmonica, strumento che divenne il cuore della sua carriera artistica.

Dopo le prime esperienze con orchestre locali nel dopoguerra, negli anni Cinquanta si trasferì in Francia, dove ebbe modo di esibirsi anche accanto a grandi interpreti come Gilbert Bécaud. Tornato in Italia, intraprese un’intensa attività discografica e live, firmando un contratto con la Fonit Cetra e pubblicando numerosi 45 giri. Parallelamente si fece notare anche come autore e talent scout, collaborando con gruppi e interpreti della musica leggera degli anni Sessanta e Settanta.

Il suo nome rimane legato soprattutto al brano Cimitero di rose, valzer struggente scritto nel 1966, che con il tempo è diventato quasi un “classico” del repertorio popolare, cantato e reinterpretato da moltissimi artisti. Piovano, però, ha lasciato anche una produzione ricca e variegata, con album che spaziano dalle raccolte di ballabili ai lavori più legati alla tradizione piemontese, senza trascurare incursioni in progetti più originali come Torino cronaca, ispirato a fatti di cronaca nera.

Nel corso della sua carriera ha collaborato con interpreti di primo piano, tra cui Gigliola Cinquetti, ed è stato riconosciuto Cavaliere della Repubblica nel 1980 per il suo contributo alla cultura musicale italiana. Anche in età avanzata ha continuato a esibirsi, mantenendo viva la sua orchestra e la passione per il palcoscenico.
Sua la “Super Polka” che troviamo nei Monoscopi trasmessi negli anni ’80

Mario Piovano si è spento il 23 dicembre 2013, all’età di 86 anni, lasciando un’eredità fatta di musica sincera e popolare, che ancora oggi risuona nei balli, nelle feste di piazza e nei ricordi di chi lo ha ascoltato.