Negli anni Sessanta l’Italia respirava aria nuova: il boom economico, le mode giovanili, il beat importato dall’Inghilterra e dall’America. Anche la musica leggera si colorava di ritmi ballabili e di spensieratezza. Dentro questo clima nascono The Unforgettables, gruppo che spesso accompagnava Fred Bongusto, interprete raffinato di quel decennio.
Il loro brano più noto è “Buonasera Shake”, un pezzo dal passo vivace, costruito sul ritmo frizzante dello shake, che allora era la danza simbolo di una generazione desiderosa di scrollarsi di dosso le rigidità del passato. Un brano semplice e diretto, ma capace di catturare lo spirito del tempo: energia giovanile, leggerezza e la voglia di sorridere.
Quella canzone, nata come prodotto pop-beat di consumo, ha però avuto un destino imprevisto: è finita nel monoscopio RAI in bianco e nero. In un contesto pensato per l’attesa e la sospensione, un pezzo scatenato e allegro come “Buonasera Shake” suonava quasi straniante: la geometria immobile del cartello tecnico e, dietro, un ritmo che invitava a ballare. Eppure, proprio per questo contrasto, il ricordo è rimasto vivido in molti spettatori.
Così, The Unforgettables hanno inciso un piccolo frammento di memoria collettiva non solo attraverso i juke-box e i locali da ballo, ma anche in quell’angolo silenzioso e apparentemente neutro della televisione. Una presenza inattesa, che racconta bene come il monoscopio non fosse soltanto un cartello tecnico: era uno specchio sonoro del Paese, capace di accogliere tanto i maestri della library quanto le incursioni beat della musica leggera.